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La Preghiera più potente
- Meister Eckhart e il distacco -
di Marco Cosmo
(24.09.2021)
Care amiche e cari amici,
in questo momento così buio e così drammatico per tutta l’Italia, vi ricordo l’importanza
della Preghiera. Vi ricordo anche che uno dei più grandi Maestri, che ci da’ indicazioni di
Preghiera, è proprio Meister Eckhart il quale ci lasciò delle indicazioni importantissime.
Quelle che vi leggerò sono tratte da “Trattati e prediche”, un brano che si intitola “Il
Distacco”.
Leggiamolo insieme:
“Ora mi chiesto quale sia l’oggetto del puro distacco. Rispondo così: Né questa né quella
cosa è l’oggetto del puro distacco. Esso si fonda su un puro nulla, e ti dico perché è così: il
puro distacco sta sulla vetta. Ora, sta sulla vetta colui nel quale Dio può agire secondo sua
volontà. Ma Dio non può agire secondo sua volontà in tutti i cuori poiché, sebbene sia
onnipotente, non può tuttavia agire se non là dove trova o dove opera la disponibilità”.
Già inizia subito in un modo profondissimo parlandoci proprio di cosa sia il distacco che
– e dice una frase misteriosa – non è distacco da una determinata cosa e da un’altra cosa.
Quindi non è un atto volontaristico, in realtà. È questo che ci sta dicendo: “io voglio essere
distaccato dal vizio del fumo, non voglio più fumare”; “voglio essere distaccato dal lusso,
quindi non comprerò più l’automobile” e cosi via. No! Lui scrive che “né questa né quella
cosa è l’oggetto del puro distacco” perché il distacco si fonda su un puro nulla. E perché si
fonda su un puro nulla? Ce lo dice Lui: perché “sta sulla vetta”! Ma di che vetta sta
parlando? Sta parlando di un apice spirituale, sta parlando di quello che, in altri momenti
del Trattato, è il Fondo dell’Anima. Praticamente è in Regno dei Cieli, dove l’uomo incontra
Dio.
Scrive: “Ora, sta sulla vetta colui nel quale Dio può agire secondo sua volontà”.
Dunque, chi è che arriva al Fondo dell’Anima? Che arriva alla vetta? Ci arriva chi agisce
secondo la volontà di Dio che, in altri termini, significa chi sopprime la propria volontà per
affidarla interamente a Dio.
Però, poi, in conclusione si questa parte, scrive: “Ma Dio non può agire secondo sua
volontà in tutti i cuori poiché, sebbene sia onnipotente, non può tuttavia agire se non là
dove trova o dove opera la disponibilità”. Quindi, elemento essenziale per raggiungere la
vetta, o il Fondo dell’Anima o il Regno dei Cieli, è la disponibilità, la disponibilità nei
confronti di Dio.
Poi ci sono persone che sono chiuse, che non danno questa disponibilità e sono quelle
che dicono “Dio non esiste” o “non è vero nulla” e io, a queste persone dico: “tu continui a
tenere le palpebre chiuse e dici che non è possibile vedere. Prova ad aprire le palpebre e
ti renderai conto che vedrai il mondo così com’è, vedrai dei colori, vedrai delle cose che
non avresti neanche mai immaginato”.
Quindi Dio non può agire in tutti i cuori se non trova questi cuori disponibili. Andiamo
avanti:
“Noi ne troviamo un paragone nella natura: quando riscaldiamo un forno e ci mettiamo
dentro una pasta di avena, una d’orzo, una di segala e una di frumento, nel forno il calore
è sempre lo stesso e tuttavia non agisce sulle paste allo stesso modo, poiché l’una diventa
un buon pane, l’altra è più grossolana, la terza è ancor più grossolana. E la colpa non è
del fuoco, ma della materia che è diversa. Allo stesso modo Dio non opera egualmente in
tutti i cuori: Egli opera secondo la disponibilità e la recettività che trova”.
Anche questa parte è molto interessante. Meister Eckhart, nella prima parte, ci aveva
detto che Dio non può agire se non trova la disponibilità dell’uomo a questo tipo di
apertura la quale coincide con l’osservazione del pensiero, con la diradazione del pensiero
per fare spazio alla Grazia di Dio.
E qui ci fa un esempio e dice: “accendete un forno, mettere dentro l’avena, il frumento e
così via, il calore del forno è sempre quello. Poi ci mettete queste sostanze diverse e
vedrete che hanno reazioni diverse: una diventa un buon pane, l’altra grossolana, l’altra
ancor più grossolana” e dice; “puoi dare la colpa al forno?” No! È la materia che è diversa.
Quindi, tutti i cuori in potenza hanno questa capacità di aprirsi a Dio e di penetrare nel
Regno dei Cieli che è in ciascuno di noi, nessuno escluso. Ma molti sono i cuori che si
chiudono, che non vogliono vedere, che restano vittima schiavi della mente. Per questo
Dio non opera egualmente in tutti i cuori. Perché? Perché non trova questa disponibilità
Rileggiamola questa parte. Ora che lo abbiamo spiegata è molto più chiara. Leggiamo
le ultime tre righe:
“La colpa non è del fuoco, ma della materia che è diversa. Allo stesso modo Dio non opera
egualmente in tutti i cuori: Egli opera secondo la disponibilità e la recettività che trova”.
Questo è veramente sempre più interessante.
Adesso vediamo che senso da’ al distacco, Meister Eckhart. Qual è il cuore distaccato?
“Se un cuore contiene questo o quello, Dio non può operare nel modo più elevato. Perché
il cuore sia disponibile al modo più elevato, è necessario che esso si fondi su un puro
nulla, ed è questa la più grande possibilità che possa esserci. Poiché il cuore distaccato si
trova sulla vetta, bisogna che esso si fondi sul nulla, poiché in esso c’è la più grande
ricettività”.
Ogni frase di Meister Eckhart contiene delle indicazioni formidabili. Qui, dice che Dio
può operare il modo più elevato esclusivamente in base alla ricettività che trova. Si
ricollega a quanto letto prima.
Questa ricettività, che cosa è? È il puro nulla! Essere svuotato da tutte le immagini. In
altri momenti ci dice anche dalle immagini sacre, da tutto. Questo è il reale distacco,
perché la mente crea dei concetti, delle interpretazioni. Infatti, chi spesso si allontana dalla
mistica sono proprio i teologi, perché si fanno tutto uno schemino e credono di sapere tutto
su Dio quando Dio è un’esperienza di Cuore, un’esperienza di Cuore distaccato, che si
trova sulla vetta; quindi che già deve aver fatto un percorso.
Quindi, nel nulla, in questo Vuoto, c’è la più grande ricettività. Ma attenzione! perché
questo è anche quello che dicono i grandi mistici come Santa Teresa d’Avila, San Giovanni
della Croce, Sant’Alberto. Da questo punto di vista coincidono tutti. Ci sono varie
gradazioni di Preghiera. La vetta di cui ci parla di Meister Eckhart, coincide con la vetta del
Monte Carmelo di San Giovanni della Croce, ma anche con la “Sala del Re” di Santa
Teresa d’Avila.
Andiamo avanti:
“Ecco un esempio. Se voglio scrivere su un foglio già scritto, devo prima cancellare tutto
ciò che c’è sul foglio e renderlo bianco. Allo stesso modo, se Dio vuole scrivere sul mio
cuore, bisogna che dal cuore esca tutto ciò che può avere questo o quel nome: e questo è
il cuore che non desidera né questo né quello”.
Qui Meister Eckhart, anche per chi fa l’esperienza mistica, è molto chiaro perché
l’esempio è lampante: hai un foglio già scritto? Devi scrivere qualcosa? Se ti metti a
scrivere c’è una sovrapposizione che non fa capire più nulla. Dovrai prima cancellare il
foglio e renderlo bianco. Allora si capirà quello che hai scritto.
Allo stesso modo, se Dio deve scrivere nei nostri cuori, se Dio deve parlare al nostro
cuore, deve trovare un cuore puro. Ecco il vero significato de “beati i poveri di spirito”:
beati quelli che hanno il Cuore puro.
Non c’è scritto nulla nel Cuore puro, è un foglio bianco. Per questo che il signore può
scrivere. Infatti Eckhart scrive: “se Dio vuole scrivere sul mio cuore, bisogna che dal cuore”
debbano uscire tutte le impurità esattamente come bisogna cancellare per avere il foglio
bianco. Bisogna, dal Cuore, cancellare tutte le impurità. In quella purezza di Cuore, che è
un Cuore che non desidera né questo né quello, ecco l’esperienza della Grazia. Ecco la
sapienza attraverso l’esperienza di Dio.
Andiamo avanti:
“Un cuore distaccato non può pregare, poiché colui che prega desidera che Dio gli dia
qualche cosa o che Dio gli tolga qualche cosa. Ora, il cuore distaccato non desidera nulla
e non ha nulla di cui vorrebbe essere liberato. Perciò egli è libero da qualsiasi preghiera e
la sua preghiera non è altra cosa che essere conforme alla volontà di Dio. Ciò significa che
il cuore deve allontanarsi da tutte le creature affinché possa unirsi all’Uno Increato”.
Qui tocchiamo un punto importantissimo perché, il Cuore Distaccato, che tipo di
preghiera deve fare? Ripeto, queste cose le trovate anche in San Giovanni della Croce, in
Sant’Alberto, in Santa Teresa d’Avila, nei maggiori personaggi della Mistica Cristiana.
Per avere questa liberazione del Cuore, ossia per avere un “foglio bianco” dove Dio può
scrivere – sempre parlando con simboli e metafore – bisogna liberarsi dalla preghiera.
Anche San Giovanni della Croce e Santa Teresa d’Avila ci dicono che la preghiera
verbale non è male, va benissimo, ma per le persone che non riescono, però, a entrare in
sé stessi. San Giovanni della Croce direbbe «che non riescono a raggiungere la vetta del
Monte Carmelo» e Santa Teresa d’Avila ci direbbe «chi non riesce a entrare nella Sala del
Re». Allora vanno bene quelle preghiere.
Ma Dio ci vuole liberare da qualsiasi preghiera che non sia conforme alla volontà di Dio.
Ciò perché il distaccato accoglie qualsiasi cosa. Questo è un lato fondamentale.
Rileggiamolo.
“Un cuore distaccato non può pregare, poiché colui che prega desidera che Dio gli dia
qualche cosa o che Dio gli tolga qualche cosa. Ora, il cuore distaccato non desidera nulla
e non ha nulla di cui vorrebbe essere liberato.”.
Cosa significa questo? Che tutte quelle preghiere che vedono Dio come “cameriere”
con richieste tipo «Signore dammi questo, fammi avere questo», ecco questo è quello che
Meister Eckhart intende con “Dio gli dia qualcosa”, una preghiera imperfetta. Però dice
anche, come preghiera imperfetta, “che Dio gli tolga qualcosa”: «ti prego Dio, non farmi
stare più così male; Signore vieni presto”. Ecco, queste sono preghiere a un livello molto,
molto basso perché il massimo della preghiera è «sia fatta la Tua volontà», ovvero quando
c’è il vero distacco.
Ecco che ciò si ricollega alle ultime tre righe che abbiamo letto poc’anzi:
“[…]libero da qualsiasi preghiera e la sua preghiera non è altra cosa che essere conforme
alla volontà di Dio. Ciò significa che il cuore deve allontanarsi da tutte le creature affinché
possa unirsi all’Uno Increato”.
Quindi deve allontanarsi dalle preghiere di basso livello, che non sono male, questo lo
dice tutta la Mistica. Esse sono per coloro che non riescono a entrare nei livelli più profondi
di preghiera, che sono quelli dove ci si unisce a Dio. Quindi si comprendono le cose non
attraverso la mente, non attraverso la richiesta, ma in questo tipo di profonda unità.
Andiamo avanti:
“Quando l’anima arriva sulla vetta, perde il suo nome e Dio l’attrae a sé in maniera che
essa non è più nulla in se stessa. A ciò conduce l’uomo il puro distacco, il quale passa
dalla conoscenza alla non-conoscenza, dall’amore al non-amore, dalla luce all’oscurità”.
Questa parte è importantissima. Tra l’altro, ciò è quello che personalmente insegno, nel
tipo di meditazione che insegno, ai miei allievi.
“Perde il suo nome”, che vuol dire? È l’ego che svanisce. Questo è il punto. Tutti i
riferimenti all’ego svaniscono. Questo è ciò che significa “perde il suo nome”. Allora Dio lo
attrae a sé ma, attenzione, in maniera che essa non è più nulla in sé stessa. Ecco, perché,
la perdita dell’ego. E qui c’è il distacco. Questa frase misteriosa passa dalla conoscenza
alla non-conoscenza.
Un altro saggio che leggiamo con i miei allievi è la “Nube della non conoscenza”, un
testo di fine medioevo, grossomodo, scritto da un anonimo dove ci sono molte indicazioni
per chi vuol fare il cammino contemplativo.
Allora si capisce perché si passa “dalla conoscenza alla non-conoscenza”. Perché?
Perché la non-conoscenza, ossia il non attivare la mente, il non attivare queste richieste
«Signore, ti prego, fa’ che succeda questo», «Signore, ti prego, toglimi questa malattia».
Quando ci si affida a Dio si dice: «Signore, come andranno le cose io sto nelle tue mani»,
«Signore, ho questa malattia, sono nelle tue mani, non ti chiedo nulla. So che sono in
buone mani». E allora si passa alla non-conoscenza. È un altro modo di percepire le cose.
Attenzione, Meister Eckhart scrive anche che si passa “dall’amore al non-amore, dalla
luce all’oscurità”. Perché dice “dall’amore al non-amore”? Sono frasi misteriose,
apparentemente. Questo perché l’amore è dualità -- – esempio: «io ti amo», c’è sempre un
due nell’amore) – mentre il non-amore è la forma di amore più elevata, in realtà, perché è
la compassione, dove l’amore è purificato sempre dall’ego e dalla dualità. L’Amore nasce
da questa Fiamma Viva che Dio mette nei nostri cuori e che per forza ci fa amare anche gli
altri.
Questo è anche il passaggio dalla “dalla luce all’oscurità”. L’oscurità vuol dire essersi
rimessi interamente alla volontà di Dio.
L’ultima parte che ho scelto per voi è la seguente:
“Così agisce un cuore puro, distaccato dalle creature, aperto all’influsso divino. Eliminate
dunque le immagini e unitevi all’essenza che non ha forma, poiché la consolazione
spirituale di Dio è sottile. Coltivate il distacco, esso purifica l’anima, rischiara la coscienza,
risveglia lo spirito, ravviva il desiderio, fa conoscere Dio, separa dalla creatura e si unisce
a Dio”.
La fine di questa predica è straordinaria proprio perché vediamo l’importanza del
distacco.
Meister Eckhart ci dice che cos’è il distacco. Esso è un cuore puro, un cuore che si
abbandona a Dio. Questo è il distacco.
Il distacco non è dire «mi impongo, questa settimana, di non fumare le sigarette! Offro
questo a Dio». Non c’è niente di male a fare questo, ma non è il vero distacco.
Il vero distacco è eliminare la mente compulsiva, che crea un ego che non è altro che
un’illusione, perché ci impedisce di vedere che siamo Figli di Dio o, ancor meglio, che
siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio.
Dunque, qui, Meister Eckhart è molto chiaro, quando dice “[…] eliminate dunque le
immagini e unitevi all’essenza che non ha forma, poiché la consolazione spirituale di Dio è
sottile”, ed è così.
Il mondo grossolano non è il mondo della comunicazione. Dio comunica attraverso le
cose, può comunicare anche attraverso degli atti che ci accadono, delle sincronicità,
anche attraverso le parole di una persona che non conosciamo la quale ci dice “quattro
parole” e noi avvertiamo che è un messaggio da parte di Dio. Ma qui stiamo parlando di
Vetta.
Eckhart, quindi, dice “[…] eliminate dunque le immagini e unitevi all’essenza che non ha
forma […]”. L’immagine che noi abbiamo di Dio è una forma, anche quella è idolatria. Poi,
certo, abbiamo bisogno di immagini, immaginette, le Madonnine, e Meister Eckhart non ci
troverebbe niente di male nell’avere delle icone in casa.
Però bisogna tenere presente che nella Vetta non sono importanti neanche le icone,
perché l’unica consolazione, ci dice Eckhart, “è sottile”. È questa apertura alla dimensione
sottile, ovvero, c’è un altro modo di percepire che ci apre alla Grazia. E come si fa a
percepire in modo sottile? E qui ce lo dice Meister Eckhart: “Coltivate il distacco, esso
purifica l’anima, rischiara la coscienza, risveglia lo spirito, ravviva il desiderio, fa conoscere
Dio, separa dalla creatura e si unisce a Dio”.
Ecco come coltivare il distacco! Il distacco dalle cose materiali.
Orientate la vostra mente verso il Silenzio. Qui ci vuole qualcuno di esperienza perché
da soli è molto difficile. Non è impossibile perché la Grazia agisce come vuole, ma è molto
difficile se non c’è qualcuno che ti da’ delle indicazioni sulla Preghiera Profonda, su come
arrivare alla vetta.
Quindi, però, l’indicazione che da’ Eckhart è la coltivazione del distacco dalle cose
sensibili. Quindi, forme introspettive a questo livello sottile. Per cose sensibili di intende il
sensibile sottile: le immagini, qualsiasi immagine, anche immagini sacre sono da ostacolo.
Lo dice in altri punti Meister Eckhart. Ciò perché tutto ciò che è nostra immagine, tutto ciò
che è nostra creazione, immaginazione, va diradato per poter consentire alla Grazia di
accedere e unirci a Dio.
Bene, care amiche e cari amici. Vi ho voluto dare un piccolo assaggio di Meister Eckhart.
Un caro abbraccio,
Marco Cosmo.
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